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FRANCESCO
E AL-MALIK

Il Centro Islamico di Milano e Lombardia è stato invitato a partecipare, in data 5 ottobre 2019, a un evento commemorativo dell’incontro avvenuto tra Francesco d’Assisi e il sultano d’Egitto al-Malik al-Kamil, in occasione dell’800° anniversario dell’ evento, che è stato oggetto di numerose commemorazioni in tutta Italia. Il tema da trattare era «San Francesco e l’Islàm». L’evento, inserito nella rassegna “Poesia Religiosa”, promossa dalle Associazioni Culturali SO.MA. e Museo Italiano per la Pace, ha avuto luogo a Crea, nel Monferrato, nella dependance del locale Santuario Mariano, rimesso a nuovo e restituito al culto a suo tempo dai Francescani, che ne sono attualmente responsabili.
l’intervento
di Shaykh abdu-r-Rahman
Trattare il tema “Francesco e l’Islàm” richiede di fare un sommario quadro storico, sotto il profilo dei rapporti tra il mondo cristiano e il mondo islamico, dell’epoca, in cui Francesco d’ Assisi operò. Siamo nell’epoca delle Crociate, cioè l’epoca, che ha per epicentro Gerusalemme, la quale - sottratta all’Islàm dalla prima crociata di Goffredo di Buglione, [dal 1095 al 1099] viene recuperata all’Islam dal Saladino [Ṣalāḥu-d-Dīn al-Ayyūbī] nel 1189, e mai più sottratta all’Islàm fino al 1919, benché ci siano state altre Crociate, tutte con esito fallimentare.
Diverse e complesse furono le cause di natura socio-politico-economiche, le quali si intrecciarono in modo inestricabile nell’Europa formatasi dopo l’anno mille. La fine del terrore della fine del mondo ebbe conseguenze socio-politiche, che determinarono uno scricchiolio nella fede e il formarsi di eresie e la conquista di Gerusalemme da parte dell’Islàm produsse nella Chiesa di Roma una reazione di coazione delle masse europee alla lotta alle eresie e alla crociata per la riconquista di Gerusalemme. Il fervore religioso era rivolto contro eretici e musulmani, unificati nel termine “mali” [plurale di malus e “malus” significa cattivo]. Bernardo di Clairvaux [Chiaravalle] nella sua opera, intitolata “Bellum Sacrum” [Guerra Santa] sostenne che l’uccisione dell’eretico e del musulmano non fosse omicidio bensì malicidio non un crimine, ma un’opera di bene! In quel tempo la demonizzazione dell’Islàm e dei Musulmani è il cavallo di battaglia della Chiesa, per promuovere le Crociate e anche Francesco ne è facilmente vittima, grazie al suo sviscerato amore per Cristo, declassato nell’Islam a semplice Profeta, anche se di prima grandezza. Per questo amore egli partecipa alla quinta crociata e si trova a Damietta in Egitto, il sovrano del quale è l’ayyùbide al-Malik al-Kamil, nipote del Saladino. Quanto sopra premesso andiamo a Damietta nel campo crociato. Francesco e frate Illuminato lasciato il campo crociato si presentano alla porta di quello musulmano e chiedono di vedere il Sultano e vengono condotti al cospetto di Al-Malik al-Kamil, il quale li accoglie amichevolmente come suoi ospiti, Tramite l’interprete al-Màlik al-Kàmil chiese il motivo della loro venuta e Francesco risponde, dicendo di essere «l’ambasciatore del Signore Gesù Cristo e di essere venuto, per la salvezza dell’anima del Sultano» e, avuto il permesso di parlare, espone la sua dottrina evangelica di amore per l’uomo e per tutto ciò che uomo non è, concludendo con l’invito all’Islam del Sultano, per la salvezza dell’anima del quale era andato da lui! Al-Malik, stupito da come Francesco possa credere nelle cose che ha detto, rimasto solo con Francesco, il compagno, l’interprete e un altro sapiente dell’Islàm, fa presente a Francesco che Allàh è unico titolare della natura divina, che il Cristo, il Messia Gesù, Figlio della Vergine Maria, un grandissimo profeta, nato miracolosamente, non fu crocifisso, perché Allàh lo fece ascendere a Sè prima che i suoi nemici lo catturassero; che l’Islàm è rispetto dell’uomo nel suo corpo, nel suo onore e nel suo patrimonio; è rispetto di tutte le creature e del creato e che dopo l’adorazione del suo Creatore il dovere dell’uomo è fare il bene, non solo agli amici, ma anche ai nemici. Detto ciò al-Màlik al-Kàmil invita all’Islàm Francesco e il suo compagno, ma Francesco oppone un rifiuto, ribadendo la sua fede nel Signore Crocifisso e la sua promessa di salvezza ai credenti nella Sua Resurrezione. Nella persistenza di Francesco nella sua fede cristiana, nonostante la spiegazione della visione del mondo e dell’uomo che discende dal Sublime Corano, che Al-Màlik al-Kàmil gli ha dato, il Sultano vede la verità che: «Nessuno crede senza il permesso di Allàh». Onorare l’ospite è uno dei punti fondamentali della linea di condotta dell’Islàm, in quanto il farlo, vuol dire credere in Allàh e nell’ultimo giorno e questo è fonte di Benedizioni spirituali e di benefici materiali da parte di Allàh. Alla base di tutta la condotta di al-Malik al-Kamil c’è la consapevolezza dell’enorme valore della pazienza. Disse, infatti, il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria: «Nessuno ha ricevuto un dono più vasto e più profondo della pazienza!». Al-Malik capisce che Francesco è stato inviato da Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, per metterlo alla prova, per cui dopo aver offerto agli ospiti un banchetto, li fa accompagnare al campo crociato, da cui nel 1219 stesso, Francesco fa ritorno in Italia.
In verità, non esistono i processi verbali degli argomenti trattati negli incontri tra Francesco e il Sultano, ma non è difficile immaginarne i contenuti nella loro sostanza, conoscendo le tematiche del francescanesimo incardinate sul discorso delle beatitudini e conoscendo lo spirito dell’Islàm che può essere sintetizzato nel detto del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, il quale disse che: ««Il punto più alto della religione è l’adorazione, seguita a ruota dal volere il bene tanto degli amici, quanto dei nemici»». O come disse, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria.
In conclusione
Francesco, per la sua visione del mondo e dell’uomo diede alla «crociata» una natura diversa da quella bellica, puntando sulla conversione del sovrano, alla quale sarebbe seguita, come accadeva nel tempo antico, la conversione dei sudditi, ma le cose non andarono così. All’ invito a Gesù, che Francesco rivolse al Sultano, rispose al-Malik al-Kamil, invitando Francesco e il suo compagno all’ Islàm. La predica con l’invito di Francesco al Sultano non ebbe successo, come non lo ebbe la replica e l’invito di al-Màlik al-Kamil, a Francesco.
Oggi, il successore di papa Ratzinger, che ha assunto il nome di Francesco, ne ha ripreso il progetto, stilando un documento di fratellanza universale con l’Imàm della millenaria università islamica del Cairo. Questo documento avrebbe da valere all’interno del mondo moderno come impegno alla fratellanza tra l’area cristiana di esso e quella musulmana, riallacciandosi all’incontro di Francesco con il Sultano, nel quale i due protagonisti si trovarono d’accordo sui doveri della solidarietà dell’uomo verso il suo simile e sul rispetto del creato.

N.° 216

Giumada II° 1441
Febbraio 2020

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