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LA PRECIPITAZIONE

L’uomo montò in groppa al suo cammello e si accinse ad attraversare il deserto, avviandosi sulla secolare pista carovaniera. La luna piena, immensa nel suo argenteo splendore, brillava nel cielo stellato, così straordinariamente vicino, che ogni stella sembrava a portata di mano. Il mare di sabbia era immerso in silenzio oceanico e l’ombra dell’uomo e del cammello, anch’essa silenziosa, fiancheggiava sulla destra i viaggiatori, agitandosi ondulante sulla duna modulata dal vento al bordo della pista. In lontananza ecco appare un palmizio e l’uomo, giuntovi, smonta da cammello e si avvia verso il laghetto, sulla superficie del quale, tremolante, si specchia la luna che filtra attraverso le palme. All’improvviso, prima che l’uomo si chini per bere alla sorgente che alimenta il laghetto, una affascinante figura femminile di giovane donna, avvolta in una luce delicata dal profumo di gelsomino, fantastica immagine di paradiso, compare sulla sponda del laghetto e sul suo volto luminoso sboccia un sorriso misterioso. L’uomo, ripresosi dalla sorpresa e dallo sbalordimento, provocato in lui da quella visione inaspettata, balbetta con un filo di voce: “Appena ti ho visto, o giovinetta meravigliosa, dallo splendore mille volte più affascinate di quello della luna piena, mi sono perdutamente innamorato di te di un amore così intenso che penso non possa avere più fine!”. A questa travolgente dichiarazione d’amore la donna della visione dice: “Accanto alla sorgente c’è un’altra donna, tanto bella, che io non sono degna di farle da serva”. L’uomo si voltò, però non vide nessuno. La ragazza, allora, esclamò: “Dici di amarmi e basta parlar d’un’altra donna per farti voltare. Com’è brutta la precipitazione!”. Dette queste parole ammonitrici, come misteriosamente era comparsa, la giovane donna affascinante, misteriosamente, scomparve.

N.° 205

Ràgiab
1438
Marzo
2017

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