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I MIRACOLI DELL’EGIRA

L’egira – cioè il trasferimento dslla Mecca a Yathrib della sede della predicazione dell’Islàm da parte del profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, avvenuta per ordine di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce - si svolse tra il 26 safar e il 12 Rabī’ul-àwwal dell’anno primo dellEgira periodo corrispondente al periodo corrente tra il 9 e il 24 settembre dell’anno 622 dell’era volgare. L’ordine fu dato da Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, per sottrarre il Suo Apostolo, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, al delitto di stato programmato nei di lui confronti dalla dirigenza meccana, che temevano di vedere pregiudicati i suoi interessi commerciali, per cui nella Sua Preveggenza divina Egli, rifulga lo splendor della Sua Luce, aveva fatto proporre a lui, da parte delle tribù insediate a Yàthrib in perenne conflitto tra loro il ruolo di <podestà della Città> allo scopo di realizzarne la pacificazione.
Quando il complotto omicida dei dirigenti della Mecca fu entrato nella sua fase esecutiva e i sicari erano già appostati attorno alla casa del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria per ucciderlo ecco il primo miracolo: tutti i sicari furono colti da un sonno pesante e il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, uscì di casa incolume, si diresse alla casa del fido Abu Bakr, lo informò dell’ordine e assieme a lui, guidato da Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, si diresse, invece che verso Yàthrib, a nord, a sud verso il monte Thaur, dove si rifugò im una grotta insieme a Abu Bakr, per attendere il momento opportuno per andare a Yàthrib. Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, sapeva che i dirigenti della Mecca, venuti a conoscenza del fallimento del loro progetto, avrebbero scatenato una caccia all’uomo offrendo una forte taglia a chi l’avrebbe portato vivo o morto alla Mecca. Così fu, infatti. Un gruppo dei cercatori giunse nei pressi della grotta rifugio dei ricercati, seguendo delle tracce. E a questo punto, per salvare il Suo Apostolo e il fido compagno mette in moto un ragno, che in pochi minuti sigilla l’imboccatura della grotta con una tela miracolosamente talmente grande, che quando i cercatori, credendo di aver catturato i ricercati, vi giunsero, vista la tela, furono costretti a pensare che era impossibile che qualcuno fosse all’interno.
Trascorsi tre giorni, il Profeta, che Allàh lo benedica l’abbia in gloria e Abu Bàkr, - dopo essere stati riforniti di cibo dalla figlia di Abu Bakr, Asmā, uscirono dalla grotta e, grazie a un liberto musulmano di Abū Bakr, di nome Amir, e a un beduino pagano ʿAbd Allāh b. Arqaṭ in funzione di guida, intrapresero il viaggio verso Yathrib su due dromedari, percorrendo sentieri meno battuti. Dopo alcuni giorni le vettovaglie sono finite e la comitiva avvista un ciuffo di palme con una tenda, Si avicinano e vedono una donna anziana e una capra. Chiedono alla donna se ha qualcosa da mangiare e lei risponde di no e aggiunge che anche la capra l’ha appena munta e ha già bevuto il latte. Altro miracolo! Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria dice a Amir di mungere la capra e dalle mammelle, esce latte e una ciotola se ne riempie. Sbalordimento della donna! Amir continua a mungere e sotto gli occhi increduli della padrona della capra dalle mammelle continua a uscire latte, sicché tutti ne bevono e, dopo che tutti e quattro i migranti si sono dissetati, Amir ne munge un’altra ciotola per la padrona. I quattro riprendono il viaggio e qualche giorno dopo la comitiva viene avvistata da un gruppo di cercatori, uno dei si lancia con il suo cavallo a spron battuto verso di essa; quando il cavaliere giunge vicino il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, egli volta lo riconosce e pronuncia ad alta voce il nome dell’inseguitore: Suraqah. Altro miracolo! Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, fa impennare il cavallo di Suràqah che cade a terra terrorizzato, rendendosi conto che è stata una forza soprannaturale a fare impennare la sua cavalcatura e a farlo cadere. Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, gli chede: <<Cosa vuoi, o Suraqah?>>. E Suraqah: <<Volevo la taglia di cento cammelli, ma ora ti lascio andare per farmi amico il tuo potente Signore!>>. E il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria: <<Va’, o Suraqah oggi ti sei guadagnato i bracciali d’oro di Cosroe!>> [la profezia si avverò quando Madayn, la capitale dell’impero persiano venne conquistata e il tesoro di Cosroe fu portato a Medina, dove Omar, che era califfo, fece dono a Suraqah dei bracciali di Cosroe]. Finalmente la comitiva giuge a Qubā un sobborgo meridionale di Yàthrib, dove viene accolto da manifestazioni di giubilo degli Emigrati [al-muhagirūna] e degli Anṣār, gli abitanti di Yhatrib, entrati nell’Islàm [Ausiliari]. Il 12 di Rabī’u-l-àwwal il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, fa il suo ingresso trionfale in Yathrib. Questo evento sancisce la nascita del primo nucleo di uno Stato Islamocratico ad opera del Profeta, Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, che ne è capo spirituale e politico, il quale governa nel nome del Sovrano divino, Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, dopo aver dettato la costituzione scritta della prima <Polis> di credenti nella paternità divina del Sublime Corano e della missione apostolico-profetica di Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, la cittadinanza degli appartenenti alla quale si fonda sulla comunanza della fede. In relazione all’importanza storica di questo evento, il Califfo Omar ibn al-Khaṭṭāb nell’anno 22 dell’Egira stabilisce l’inizio del calendario dell’era islamica.

N.° 210

Rabì I° 1439 Novembre-Dicembre 2017

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