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Nomi propri dell'onomastica
araba e islamica

Con la lode di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, il Messaggero dell’Islàm ricomincia da capo la Rubrica dei nomi dell’Onomastica araba e islamica nell’ordine alfabetico arabo, incominciando dai nomi che iniziano con la lettera àlif che funge da supporto alla hàmza iniziale con le tre vocali: fàtḥah, kàsrah e ḍàmmah, le quali rappresentano nell’ordine la vocale a, la vocale i e la vocale u. La fonetica delle vocali brevi è rappresentata dalle lettere a, i, u mentre il suono delle vocali lunghe è rappresentato da ā, ī, ū. Quando il nome proprio arabo ha un corrispondente italiano, si scrive anche il secondo.

Nomi che iniziano con la lettera àlif

Ādam (Adamo).
In arabo l’accento tonico cade su Ā mentre in italiano cade sulla seconda a [adàmo].
È il nome proprio della prima creatura umana.

Abrār
(l’accento tonico cade sulla ā). È il plurale della parola bàrr che significa pio.

Ibrāhīm (Abramo).
In arabo l’accento tonico cade leggero su ā e forte su ī su mentre in italiano cade sulla seconda a [abràmo].

Abū
Dal punto di vista linguistico è la forma di soggetto della parola ab (padre) quando regge un complemento di specificazione, vale a dire, che significa Il padre di…
Esso entra nella composizione di numerosi nomi propri e nella tradizione onomastica araba è elemento portante del soprannome, in arabo kun°yah, appellativo composto da Abū seguito dal nome di un figlio. Il profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, veniva chiamato Abu Qāsim in quanto ebbe da Nostra Signora Khadìgiah un figlio, morto in tenera età, di nome Qāsim.

Abū Ayyūb
Nome di uno dei Compagni del Profeta, che Allàh si compiaccia di lui, il quale ospitò il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, al suo arrivo a Yàthrib, nel 622 miladico, l’anno dell’egira. Significa, letteralmente “il padre di Ayyūb Giobbe)”.

Abū Bàkr
Nome con cui è passato alla storia dell’Islàm il primo califfo, successore del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, nel 10° anno dell’Egira. Abu Bàkr, che Allàh si compiaccia di lui, fu il primo adulto maschio ad abbracciare l’Islàm ed ebbe grande intimità con il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, il quale ne sposò la figlia, Nostra Signora ‘Ā‹ishah. Il suo nome proprio era ‘Abdullàh. Siccome era appassionato di cammelli, gli venne data la kun°yah di Abū Bakr “il padre del piccolo cammello”.

Abū Turāb
È la kun°yah con la quale il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, svegliò Ali, bin Abi Ṭālib [suo cugino e genero in quanto marito di Fātimah, figlia del Profeta], il quale dormiva, coperto di polvere nella Moschea del Profeta, dicendo: “ Qum, yā Abā Turāb!” [alzati, o “padre della polvere”.

Abū Hanīfah
È la kun°yah con la quale è passato alla storia dell’Islàm il fondatore della Scuola teologico-giuridica che da questa sua kùn°yah ha preso il nome. La scuola Hanafìta. Il Suo nome era Nu’mān. La kùn°yah significa “Il padre di Ḥanīfah”. Ḥanīfah è il femminile di ḥanīf, che significa “seguace della religione di Abramo”.

Abū Huràyrah
È la kun°yah con la quale è passato alla storia dell’Islàm uno dei Compagni del Profeta, che Allàh s compiaccia di Lui, che, a causa della sua assidua presenza all’attività di magistero islamico del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, è la fonte di un grande numero di tradizioni relative agli insegnamenti dottrinali e alla pratica di vita del Profeta. Il suo nome era ‘àbdu-r-Rahmàn (il servo del Sommamente Misericordioso). Il soprannome significa “Il padre della micina”, per il fatto che aveva una gattina [in arabo il diminutivo del sostantivo hirr (gatto) è huràyr, che al femminile diventa huràyrah].

Abū Ubàydah
È la kun°yah, con la quale è passato alla storia dell’Islàm uno dei dieci Compagni del Profeta, che Allàh s compiaccia di Lui, ai quali, che Allàh si compiaccia di loro, diede l’annuncio che sarebbero andati in Paradiso. Il significato della kun°yah è “Il padre di ‘Ubàydah” [nome maschile].

Aǧmal
È il superlativo assoluto dell’aggettivo ǧamīl [bello], quindi significa Bellissimo.

(1 - Continua)

N.° 183

Rabì II° 1435
Febbraio 2014

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