LOTTA SENZA QUARTIERE
CONTRO L’ISLAM
La lotta senza quartiere contro l’Islàm è un imperativo di ogni struttura di potere che basa la conservazione della propria esistenza sul principio del del dominio dell’uomo sull’uomo.
Questo è fisiologico perché l’Islàm si fonda sul principio che “nessuno ha titolo per essere “dominus” dell’uomo, tranne il Creatore dell’uomo”.
A partire dalla nascita della Polis del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, fino ai nostri giorni, tutti coloro che si sono appropriati del diritto di dominio, che appartiene esclusivamente ad Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, hanno cercato e cercano di impedire la diffusione di un messaggio, il cui contenuto essenziale è la liberazione dell’uomo dal dominio dell’uomo, che si realizza quando alla parola dell’uomo si sostituisce la Parola di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce.
Così nasce un sistema di vita, finalizzato a realizzare lo scopo dell’esistenza dell’uomo-creatura, che consiste nell’obbedienza e nell’adorazione del suo Creatore, il cui nome è Allàh e la cui Legge è nel Sublime Corano e nella Nobile Sunna del Profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria.
Grande è lo sforzo per arginare l’avanzata dell’Islàm nei cuori delle persone dotate di intelletto, le quali si rendono conto che il primo dei diritti dell’uomo è quello di conoscere se stesso e il significato reale della sua esistenza terrena, che è il banco di prova della fedeltà della creatura al suo Creatore.
Questo diritto è oscurato dalle strutture mediatiche di ogni paese, in cui vige uno dei tanti aspetti, nei quali prende forma il dominio dell’uomo dell’uomo.
In questi Paesi l’Islàm è combattuto non solo con le armi, ma anche con forme intelligenti di colonialismo culturale, tendente a minare la linea di condotta islamica dei Musulmani, che si fonda sull’obbedienza ad Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, e al Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria.
Uno degli ultimi aspetti della lotta senza quartiere contro l’Islàm e quanto è emerso da indiscrezioni diplomatiche, pubblicate sul famosissimo quotidiano inglese “The Guardian” secondo il quale un alto funzionario della Casa Bianca, responsabile della politica estera Usa, durante un suo colloquio con un diplomatico europeo, ha mostrato una carta geografica della Libia, allegata a un piano americano, che prevede la divisione in tre Stati, ricalca la struttura amministrativa ottomana del territorio libico, diviso in tre regioni:
Tripolitania
(con capitale Tripoli);
Cirenaica
(con capitale Benghazi);
Fezzan
(con capitale Sebha).
Il piano, finalizzato all’eliminazione dell’<islam radicale> e dei Fratelli Musulmani, che – secondo l’ideatore del piano – è un’organizzazione terroristica, la quale cerca di infiltrarsi negli Stati Uniti.
Secondo Philip Askravaj, già appartenente al Servizio di informazioni USA, il quale, avendo lavorato in Libia da più di 10 anni sembra essere il favorito per ottenere il posto di inviato speciale. per la risoluzione della crisi in Libia, sono necessarie decine di milioni di dollari e il sostegno del mondo occidentale.
La Libia, dopo essere stata occupata dall’Italia, diventa nell’anno 1951 un regno indipendente, riconosciuto dalla Lega Araba e dall’Onu con il senusso Idris I, divenuto re nel 1969 e nello stesso anno detronizzato da un colpo di stato militare avvenuto il 1° settembre dello stesso anno, che trasforma la Libia in uno stato anomalo, governato in forma dittatoriale da Gheddafi, uno degli autori del colpo di stato, fino alla sua caduta e alla sua morte il 20 ottobre del 2011. La Libia galleggia su un mare di petrolio, una materia prima essenziale per l’industria occidentale, che fa gola alle multinazionali del petrolio.
Dopo la fine del regime gheddafiano è iniziato in Libia, cagionato da interessi patroliferi, un periodo turbolento di guerra civile per bande e una crisi politica tuttora in corso; una crisi per la soluzuione della quale in senso anti-islamico stanno lavorando USA e Occidente, che, implosa l’Unione Sovietica, hanno eletto come loro “nemico” l’Islàm.
“““Complottano, ma anche Allàh complotta e certamente i complotti di Allàh sono quelli che vanno a buon fine””” [Corano].